venerdì 30 luglio 2010

Dilatazioni

Un giorno mi sono svegliato e le ho dato un cazzotto in faccia. Lo so che non si fa, che non si dovrebbe fare, che un professionista dovrebbe comportarsi in un certo modo e tutto il resto. Lo so, tanto che mi ero ripromesso di non farlo. Giuro, pensavo di farcela. E forse ce l'avrei fatta veramente. Sarebbe bastato che qualche mese fa non avesse pronunciato quelle parole: "Allora, ha tirato la calza?". Non ci riesco. Vorrei non prenderla sul personale e non ci riesco. Sono stato ore davanti allo specchio, lo chiamano training autogeno. Respira, respira. Calma. Sei un professionista. Respira, respira. E' arrivato il giorno della stretta di mano, al limite il giorno del silenzioso commiato da un mondo che non mi appartiene. Stretta di mano, respira, stretta di mano, sorridi, stretta di mano, ci vediamo, respira, sorridi, grazie di tutto, a presto, a tra poco, grazie, respira. Ma ad ogni respiro era come se si gonfiasse un palloncino nella testa, di quelli che quando sono del tutto sgonfi non ce la fai a leggere la scritta, poi respiri e il palloncino si gonfia e ti riempie il capo e sopra c'è scritto: "Allora, ha tirato la calza?" e ci sono pure i denti gialli e lunghi, i baffi odiosi, la boria, l'arroganza, c'è tutto ed è un palloncino che si gonfia e si sgonfia e mentre sorridi, saluti, respiri, il palloncino gonfia e si sgonfia, gonfia e sgonfia, e poi capisci che non è solo un palloncino ma sei tu stesso che gonfi e sgonfi, che palpiti come un gigante cuore impazzito e che respiri, sorridi, stringi mani e saluti, poi non sai che succede perché ti eri preparato tanto bene e invece ti parte un cazzotto che coglie in piena faccia quella faccia che per anni avevi voluto prendere a cazzotti, su cui avresti voluto sputare, che avresti voluto devastare ma che non hai mai fatto perché non gonfiavi e sgonfiavi con il ritmo del tuo cuore e perché ancora non c'erano quelle parole, "Allora, ha tirato la calza?", ma ora ci sono e tu palpiti e ti dilati come un corpo elastico che non vuole più sottostare alle leggi della respirazione. Perché alla fine i cattivi vincono sempre, e se vuoi vincere con i cattivi non ti resta che essere più cattivo dei cattivi.