martedì 23 febbraio 2010

Start

Un giorno mi sono svegliato e non c'era più nessuno in giro, e io ho pensato che era proprio come quella volta che avevo letto un Dylan Dog per poi scoprire che ancor prima era un film e forse prima prima era un libro, quindi, alla base, non c'era più nessuno in giro ed era proprio come una sorta di idea di partenza. Avevo sempre avuto voglia di far sparire un po' di gente, certi giorni anche tutta la gente.

mercoledì 17 febbraio 2010

Fulcri

Un giorno mi sono svegliato con un'idea in testa. Non riuscivo a pensare ad altro. Mi sforzavo, mi impegnavo, ma proprio non ci riuscivo. Mi sono svegliato, quel giorno, e pensavo che per fare il giro del mondo bastano 24 ore. Solo ventiquattro ore, e precise. Senza aerei, senza astronavi: è pura matematica. Dipende solo dall'ottica con cui si guardano le cose. Ho pensato, infatti, che uno potrebbe legare un filo lungo lungo, legarlo al sole, e starsene penzoloni, anche solo a un metro da terra. Te ne stai lì, penzoloni, e guardi la Terra che gira su se stessa. Insomma, quella mattina mi sono svegliato e ho pensato di diventare il fulcro di tutto. Se la matematica non è un'opinione, del resto, se mezzogiorno torna ogni ventiquattro ore, il viaggio della Terra sotto i tuoi piedi ciondolanti durerà solo questo lasso di tempo. Pensa un po', mi dicevo: un giorno solo e potrai vedere alla luce del sole, sempre alla luce del sole, tutta l'Europa, l'oceano, l'America, l'Asia, posti bellissimi, gente meravigliosa; pensa, mi dicevo, te li vedi passare sotto, al limite accanto, li saluterai e loro saluteranno te prima di partire via insieme alla rotazione della Terra. Diventare il fulcro intorno a cui girano pianeti e vite. Uno spasso. Poi. però, mi sono vestito e sono andato a lavorare: dovevo finire di scrivere un articolo sullo sviluppo economico del Valdarno Superiore all'inizio degli anni '80.

martedì 9 febbraio 2010

Dissolvenza in bianco

Un giorno mi sono svegliato ed ero diventato una nuvola. Ma la cosa più ganza, in tutto questo, è che ovunque mi voltassi c'erano nuvole. Pensai: be', dev'essere proprio una giornatina di merda, vista da laggiù. Poco me ne cale, pensai. Ormai sono quassù, e chi s'è visto s'è visto. Ero tutto bello soffice, sapete come sono le nuvole, leggero e ingombrante come un pensiero inatteso e imprevedibile; mi lasciavo trasportare dal vento del mattino, e ogni tanto, lo ammetto, davo qualche botta a una vicina nuvola impicciona. Che tuoni, ragazzi. Roba da perderci la testa. Solo dopo un po' di tutto questo divertimento mi sono reso conto di essere l'unica nuvola bianca in mezzo a un gregge intero di nuvoloni neri, brutti e cattivi. Mi facevano paura. Cavolo, tremavo tutto, tramavo tanto, tremavo così forte che tutto d'un tratto mi sono dissolto in una cascata di piccole gocce di pioggia tiepida.

lunedì 8 febbraio 2010

Inneschi

Un giorno mi sono svegliato e non esistevo più. Cazzo, uno pensa mille volte al giorno che sarebbe quasi meglio non esistere. Poi, invece, ti ritrovi a non esistere più e tutt'a un tratto, alla fine, ti dispiace. Nessuno ti parla, ma su questo si può sorvolare; nessuno ti saluta, ma anche su questo si può sorvolare. Scrivi delle mail e nessuno ti risponde; telefoni a qualcuno e nessuno ti risponde. Hai difficoltà pure a parlare con te stesso, perché un giorno ti svegli e non esisti più. Pensavi che sarebbe stato bello, una passeggiata di salute, invece quando un giorno ti svegli e non esisti più, alla fine, ti manchi un bel po'. L'unica puntina che ti tiene appiccicato al mondo per come lo conosci è quella sorta di fitta tra lo stomaco e lo sterno, proprio lì, quella sorta di innesco che ti rende potenzialmente una bomba umana. E allora forse è una fortuna che proprio quel giorno ti sia svegliato senza esistere. Forse domani tornerai tra noi, e sarai disinnescato ancora una volta, purtroppo.