Un giorno mi sono svegliato e pensavo di essere un lieto fine. Sai di quelli tutti baci, abbracci e petali di rosa, candele, queste robe qua. Ma poi mi sono accorto che tutto è un casino, amico mio. E quello che ti cola sulla fronte e non sai cos'è, perché vivi nel buio pesto, non è sangue. Sono sogni.
giovedì 12 luglio 2012
Tic Tic Tac Tic
Un giorno mi sono svegliato e non so cos'era, perché da alcuni punti di vista m'ero praticamente dimenticato cosa si prova. Che poi basta poco, mi sono detto: sarà il suono che fanno le nuvole quando si scontrano e poi guardi su e di nuvole non ce ne sono. Ecco, mi sono detto: dev'essere quello. Perché alla fine era come se piovesse. M'ha messo allegria, come tutte le volte che una cosa inizia o finisce. A me piglia l'allegria, che poi, dopo, magari m'accorgo che non era allegria manco per nulla ma tristezza. Cambia poco. Cambia il lavoro di qualche muscolo facciale e poco più. Mi sono svegliato, quella volta, ed è stato un po' come sorridere e salutare. Ecco cos'era, mi sono detto, le nuvole non c'entrano un bel cazzo. Sono le dita che picchiettano sulla tastiera ed è il vento che soffia. Mica sarà semplice, quello no: però vuoi mettere. Cazzo, dico: vuoi mettere?
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