mercoledì 23 marzo 2011

Terra

Un giorno mi sono svegliato e mi sembrava di aver fatto un primo passo. Uno non ci pensa finché non lo fa. Ma il primo passo è qualcosa di miracoloso, qualcosa che nasce dal nulla, un coniglio dal cilindro, un fiore su una mattonella brusca e lucida. Uno fa il primo passo ed è un po' come buttarsi nel vuoto con un sacchettino di plastica della Coop come paracadute. Che poi, a rifletterci, mentre prendi velocità ti può assalire un panico da farti strizzare gli occhi e il culo man mano che vai giù, giù, giù. Oppure, mentre prendi velocità, ti può pigliare un'adrenalina sconvolgente, formidabile, da farti strizzare gli occhi e il culo mentre man mano che vai su, su, su. Così su che pensi che no, non puoi fare quel viaggio in attesa dello schianto, no, cazzo, non esiste lo schianto contro il soffitto lassù; esiste solo un'esplosione di coriandoli e petali. Quando ti svegli così e fai il primo passo, è un casino restare coi piedi per terra. Il che, probabilmente, non è un male. No, non lo è.

mercoledì 26 gennaio 2011

Gregory

Un giorno mi sono svegliato ed ero diventato un uomo. E non un uomo così così, non, che so, uno Stracquadagno o un Buttiglione qualsiasi, ma proprio un uomo vero, sui trent'anni, mediamente precario, mediamente suscettibile, assonnato, con gli occhi rossi appena sveglio e la fiatella. Un giorno mi sono svegliato e non mi capacitavo di questa trasformazione, mangiavo frutta, verdura, carne, facevo la raccolta differenziata per la spazzatura, guidavo la macchina e imprecavo per il traffico. Spendevo mille euro in telefonate per farmi arrivare i mille euro che mi doveva il mio datore di lavoro da circa sei mesi. Non ci potevo credere, sentivo pure dolore alle gambe, perché avevo le gambe, sapete?, avevo le gambe, due, e avevo pure due sole braccia e due soli occhi e due sole orecchie. Ho pranzato, ho cenato, ho litigato con un po' di persone, abbracciato altre, mi sono illuso che tutto sommato alla fine tutto era ok. Quindi sono andato a dormire in un letto vero, un letto caldo con le coperte, le lenzuola e tutto il resto. Che casino, che era. Poi proprio in mezzo alla nottata mi sono scosso un po' e mi sono accorto che ero tornato ad essere uno scarafaggio. Alla fine, ho pensato che...


lunedì 3 gennaio 2011

Propositi

Un giorno mi sono svegliato e mi sono reso conto di essere così depresso da non riuscire ad essere nemmeno depresso. No, ma dico io. Uno è così a terra da non riuscire nemmeno ad essere a terra nel modo più corretto. Ragazzi, è un bel casino. Quando mi sono svegliato quel giorno avevo gli occhi gonfi e mi sono accorto che per la prima volta in vita mia ho pensato al suicidio come soluzione. Il problema, su questo punto, è che ci sono due problemi. Il primo problema è: uno, per suicidarsi, deve avere un coraggio immenso, un coraggio che roba da pazzi. E se uno è così depresso da non essere nemmeno in grado di essere depresso il coraggio non ce l'ha. Già questo è un problema mica da ridere. Secondo: il secondo problema è che uno così vuole un suicidio scenografico. Roba del tipo: uccisione, smembramento, occultamento del cadavere. Ma se uno si suicida poi non si può né smembrare né occultare. Il che è seccante, bisogna ammettere che è seccante. E allora la summa dei problemi è così incombente e pesante che, per uno talmente depresso da non riuscire nemmeno ad essere depresso, è più conveniente svegliarsi ed essere normalmente apatico. Essendo normalmente apatico, uno, si evita un sacco di casini.