Un giorno mi sono svegliato con un'idea in testa. Non riuscivo a pensare ad altro. Mi sforzavo, mi impegnavo, ma proprio non ci riuscivo. Mi sono svegliato, quel giorno, e pensavo che per fare il giro del mondo bastano 24 ore. Solo ventiquattro ore, e precise. Senza aerei, senza astronavi: è pura matematica. Dipende solo dall'ottica con cui si guardano le cose. Ho pensato, infatti, che uno potrebbe legare un filo lungo lungo, legarlo al sole, e starsene penzoloni, anche solo a un metro da terra. Te ne stai lì, penzoloni, e guardi la Terra che gira su se stessa. Insomma, quella mattina mi sono svegliato e ho pensato di diventare il fulcro di tutto. Se la matematica non è un'opinione, del resto, se mezzogiorno torna ogni ventiquattro ore, il viaggio della Terra sotto i tuoi piedi ciondolanti durerà solo questo lasso di tempo. Pensa un po', mi dicevo: un giorno solo e potrai vedere alla luce del sole, sempre alla luce del sole, tutta l'Europa, l'oceano, l'America, l'Asia, posti bellissimi, gente meravigliosa; pensa, mi dicevo, te li vedi passare sotto, al limite accanto, li saluterai e loro saluteranno te prima di partire via insieme alla rotazione della Terra. Diventare il fulcro intorno a cui girano pianeti e vite. Uno spasso. Poi. però, mi sono vestito e sono andato a lavorare: dovevo finire di scrivere un articolo sullo sviluppo economico del Valdarno Superiore all'inizio degli anni '80.