Un giorno mi sono svegliato e mi ero trasformato in uno di quelli che passano in corsia d'emergenza quando in autostrada c'è la fila ferma. E pensare, mi dicevo mentre sfrecciavo a 180 mostrando il dito medio a quegli imbecilli fermi impalati, e pensare che fino a ieri ero come voi, poveri idioti, passavo le mie giornate immobile con un cofano come orizzonte e un reticolato come panorama, sfigati che non siete altro. Mi sono svegliato e andavo veloce come il vento, libero, oltre l'umana siepe di lamiera. Che imbecilli siete. Vedete com'è semplice la vita. Poi però, quel giorno, è successa una cosa strana: sono andato a schiantarmi in un improvviso e improvvido muretto. Il brutto della faccenda è che altri avevano seguito il mio esempio, mi avevano eretto a messia metropolitano. Dopo il mio schianto, insomma, la corsia d'emergenza è rimasta imbottigliata, tappata come un'arteria in vista d'infarto. Così, quando è arrivata l'ambulanza, ero già morto. Ero morto dissanguato. E pensare che mi ero solo ferito un dito. Una sbucciatura. Ma a quei coglioni, quel giorno, gliel'ho proprio fatta vedere come si fa.